Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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FERMATI, O MAMMA SPARA

Anno: 1992
Regia di: Roger Spottiswoode
Genere: Commedia
"Senti, Tyson, io sono uno che tratta merce soffiata... che t'aspettavi, Madre Teresa di Calcutta? Con voi è sempre la stessa storia, arrivate in ritardo e vi mettete a fare domande cretine." "Avremmo dovuto controllarlo, potrebbe essere un poliziotto." "E perché non Elvis Presley. Anzi, potrei essere Babbo Natale."
Mi piace vivere qui, mamma. Sono felice qui. Non voglio la promozione. Non ho voglia di sposarmi. Non lo capisci? Sono contento di come vivo. Adoro portare le mutande per due giorni senza sentirmi uno zozzone, lasciare alzata la tavoletta del cesso senza sentirmi in colpa, essere padrone esclusivo del mio telecomando... mamma, io adoro questa vita.
"Ma si ricordi bene una cosa: ci rivedremo!" "Oh..." "Beh... che c'è? Ti ho messo in imbarazzo?" "In imbarazzo? Sì... ci rivedremo." "Ma tutti i poliziotti dicono così." "Ma non è vero, lo dicono i Terminators, non i poliziotti."
Fermo! Fermati, o mamma spara!
"Senti, lo so che è difficile perché è più forte di te ma se vuoi restare qui devi rispettare il mio decalogo." "Giovanotto, questo tuo tono non mi piace affatto." "Regola numero uno: non dire mai questo tuo tono non mi piace affatto, giovanotto. Numero due..." "Hai fatto un elenco di regole per tua madre?" "Esatto e c'è anche non interrompere. Numero due: non devi mai interferire nella mia vita privata nel modo più assoluto." "Perché... non ha gradito i fiori?" "Oh, sì, hanno colpito nel segno. Tre: non pulire la casa. Quattro: non stirarmi le mutande. Quinto: di tutte le cose imbarazzanti che mi sono capitate quand'ero ragazzo, non ne devi parlare a nessuno." "Ehi, aspetta un attimo..." "No, no, mamma, sono regole indiscutibili, non devi dirle a nessuno. Sei: non pulire armi, non comprarne e non spararci. Sette... e questo per l'incolumità del prossimo, non devi guidare. Otto: non devi dire che la colazione è il pasto più importante della giornata. E nove: gli album delle foto non escono di casa." "C'è nient'altro?" "Sì il dieci: ogni tanto, solo ogni tanto, dimentica che sono tuo figlio e trattami come un essere umano."