ALABAMA MONROE - UNA STORIA D'AMORE

"Ma perché suoni il banjo?" "Troppo goffo per essere un chitarrista e troppo stupido per un mandolino. Prima ero punk e... e un banjo ha un che di rabbioso, qualcosa di punk. Lo trovo grandioso."

E lo spagnolo aveva una chitarra così, l'italiano il suo mandolino, l'ebreo aveva un violino e l'africano un banjar, da cui poi è stato creato il banjo. Dalla fame e dalla pura miseria hanno cominciato a cantare insieme sui... sui loro sogni della terra promessa e sulla loro... sulla loro paura della morte, il più delle volte... sulla loro speranza di una vita migliore nell'Aldilà... e sul loro... sul loro dolore, sulla loro vita dura.

Non voglio decidere della vita di qualcun altro.

Tutto muore, semplicemente... e rimane morto.

"Ci sono tante cose che valgono la pena nella mia vita eh... ma metterle sul mio corpo è un'altra faccenda." "Mi dica... che cosa vale per lei?" "Quello che mi ha appassionato tutta la vita è l'America." "Ah... l'America." "Sì, sul serio, l'America. Non è... non è il posto più bello del mondo? Da qualunque parte vieni, arrivi tu e puoi ricominciare daccapo. E' un paese per sognatori." "Un'aquila." "Ahahah." "Che c'è?" "Me lo vuole rifilare un tatuaggio eh?" "Eh certo, anch'io ho le bollette da pagare." "No." "Elvis." "Cosa... cosa di Elvis?" "Un tatuaggio di Elvis." "Ah di Elvis?" "Insomma, Elvis... Elvis è il più grande musicista di tutti i tempi."

Per ogni problema c'è una soluzione.

In effetti, l'ho sempre saputo... che era troppo bello... che non poteva durare... che la vita non è così, la vita non è generosa. Non puoi mai amare, non puoi mai affezionarti, la vita non te lo permette, ti strappa tutto dalle mani, tutto e non fa che riderti in faccia e ti tradisce.