Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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KING ARTHUR

Anno: 2004
Regia di: Antoine Fuqua
Genere: Avventura
Molti storici concordano nel sostenere che i racconti medievali su re Artù e i suoi cavalieri siano ispirati a un personaggio realmente esistito negli anni oscuri e confusi che segnarono la fine dell'impero romano.
Una leggenda narra che i cavalieri caduti rinascano come poderosi cavalli.
"Guarda, Artù... giovani cavalieri. Se lo vorrai, un giorno potrai essere tu a comandarli. Come tuo padre, prima di te." "Sarò il loro comandante?" "Sì, ma questa carica comporta una sacra responsabilità. Proteggerli, difenderli, tenere alla loro vita più che alla tua. E se dovessero morire in battaglia, vivere gloriosamente e onorarne la memoria." "E la loro libertà?" "Da sempre tocca ad alcuni sacrificarsi per il bene di molti. Il mondo non è un posto perfetto."
Galahad, ancora non conosci i romani? Senza una cerimonia, non si grattano nemmeno il culo.
Artù dice che gli uomini, in quanto uomini, sono tutti uguali.
Io farò in modo che questa promessa venga mantenuta. Infrangetela e nessuna legione romana, o esercito papale, neanche Dio stesso vi potrà salvare. E questa è la mia parola.
Oh buon Dio misericordioso, tanto ho bisogno della tua misericordia. Non per me stesso, ma per i miei cavalieri, perché hanno bisogno del tuo aiuto. Concedi loro la tua protezione e io ti ripagherò mille volte con qualunque sacrificio tu voglia chiedermi. E se nella tua saggezza dovessi stabilire che quel sacrificio consiste nel dare la mia vita per la loro, fa che possano assaporare quella libertà che così a lungo è stata loro negata. Sarà un sacrificio che accetterò con gioia. La mia morte avrà un senso. Non chiedo altro che questo.
"La mia fede è ciò che mi protegge, Lancillotto, perché non puoi accettarlo?" "Detesto ciò che costringe un uomo a inginocchiarsi." "Ogni uomo si inginocchia davanti al Dio in cui crede. Senza fede, senza credere in nulla, che cosa siamo?"
Favole... storie di uomini talmente coraggiosi e talmente generosi da sembrare quasi irreali. Artù e i suoi cavalieri.
"E' naturale per un uomo sopravvivere." "Gli animali sopravvivono... per un uomo è naturale voler vivere libero nella sua terra."
Qualcuno la chiamerebbe libertà. E' per questo che noi combattiamo. Per la nostra terra, il nostro popolo... il diritto di scegliere il nostro destino.
La spada che impugni è fatta col ferro di questa terra, forgiata nel fuoco della Britannia. Fu l'amore per tua madre a liberare la spada, non l'odio che provavi per me. L'amore... Artù.
Non esiste il destino, esiste solo la libera scelta.
"Una tomba senza una spada." "Così avrebbe voluto mio padre. Se fosse morto su quest'isola. Seppellito con i suoi cavalieri." "Morì in battaglia?" "E' una tradizione di famiglia."
Le gesta da sole sono inutili se non servono a un ideale più nobile e puro.
La morte peggiore è quando... si perde ogni speranza.
Ciò che il domani ci riserva non c'è dato sapere.
Rus!
Sono venuto a vedere la tua faccia. Per poterti riconoscere sul campo di battaglia. E sarebbe meglio per te ricordarti la mia faccia, sassone. Perché la prossima volta che la rivedrai... sarà l'ultima cosa che vedrai su questa terra.
Ecco un uomo che vale la pena uccidere.
Cavalieri! Il sacro dono della libertà è vostro e ne avete pieno diritto. Ma la dimora che sogniamo non è in qualche terra lontana. E' in noi e nelle nostre gesta, in questo giorno. Se deve essere questo il nostro destino, ebbene sia. Ma che la storia non dimentichi... che come uomini liberi... noi stessi lo abbiamo scelto.
Quei cavalieri sono demoni... quella è la porta dell'inferno.
Per 200 anni, noi cavalieri ci eravamo battuti per una terra che non era nostra. Ma in quel giorno, a Badon Hill, quelli che combatterono, misero la propria vita al servizio di una causa più grande... la libertà.
Che ogni uomo, donna e bambino, possa essere testimone che da questo giorno tutti i britanni saranno uniti in una sola causa.
Il sacrificio dei cavalieri che avevano dato la vita non fu motivo di lutto o di tristezza. Perché essi sarebbero vissuti in eterno. I loro nomi e le loro gesta tramandate di padre in figlio, di madre in figlia, nelle leggende di Re Artù e i suoi cavalieri.