LA GRANDE PARTITA

Nella nostra chiesa ogni colore o credo è il benvenuto.

Lui odia le patte.

Ora o li batto o loro battono me.

Io voglio sfidare i russi. Sono i migliori al mondo. E io li batterò.

A me interessa il gioco. La scacchiera in mezzo. Uno fa una mossa. L'altro fa una mossa. Tutto qua.

"Ehi, ma se critico un prete vado all'inferno?" "Dipende se credi all'inferno."

Siamo in guerra... solo che non si combatte né con fucili né con missili, non ancora almeno. E' una guerra di percezione. Il povero ragazzino di Brooklyn contro tutto l'impero sovietico. Una perfetta storia americana.

E' una tana di coniglio. Dopo sole 4 mosse, ci sono trecento miliardi di opzioni da considerare. Ci sono più partite da quaranta mosse che stelle nella galassia. Quindi, si può arrivare pericolosamente al limite.

"Allora, lei pensa sinceramente di essere il miglior scacchista del mondo?" "Sì, sì certo."

"Qual è l'equivalente di un fuori campo nel baseball?" "Il piacere massimo... quando spezzo il suo ego."

Miliardi di persone che guardano due persone giocare a scacchi.

La terza guerra mondiale sulla scacchiera.

Abbiamo perso la Cina, stiamo perdendo il Vietnam... questa la dobbiamo vincere.

Il mio maestro mi ha insegnato che un uomo pronto al suicidio prende sempre l'iniziativa.

"Penso che abbia paura di cosa gli capiterà se perde." "No, lui ha paura di cosa gli capiterà se vince."

I gran maestri non applaudono mai la vittoria di un avversario ma stavolta siamo davanti a qualcosa che non si era mai visto.

E' quasi tutta teoria e memorizzazione. Pensano tutti che ci siano tante opzioni, ma... di solito c'è solo una mossa giusta. In realtà ce n'è una soltanto.

Gli scacchi sono di fatto una ricerca della verità... e io sto cercando la verità.