Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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LAWRENCE D'ARABIA

Anno: 1962
Regia di: David Lean
Genere: Storico
"Signor Bentley, lei saprà molto del colonnello Lawrence, come tutti." "Sì, ho avuto la fortuna di conoscerlo. E di farlo conoscere al mondo. Era un poeta, un umanista e un prode soldato." "Grazie." "Ma era anche il più spudorato esibizionista che abbia mai popolato la terra." "Signore, chi è lei?" "Il mio nome è Jackson Bentley." "Ah, beh, chiunque sia, io ho sentito quello che ha detto e sono di parere nettamente contrario. Era un uomo eccezionale." "Ma lei lo conosceva?" "Non posso vantarmi d'averlo conosciuto. Ma una volta ho avuto l'onore di stringergli la mano."
"La ringrazio Dryden, sarà molto divertente." "Lawrence, solo due tipi di esseri si trovano bene nel deserto: i beduini e gli Dei, e lei non è fra questi. Mi deve credere. Per la gente normale è una spaventosa fornace." "No, Dryden, io mi divertirò." "E' noto che lei ha una strana concezione del divertimento."
Il mio nome lo dico ai miei amici. E io non ho amici fra gli assassini.
Sceriffo Alì. Fino a quando gli arabi si combatteranno fra di loro saranno un piccolo popolo come adesso. Un popolo sciocco, avido, barbaro e crudele... come sei tu.
"Non hai paura, inglese?" "Se ho paura, riguarda solo me." "Vero."
"Adesso però dobbiamo fare la guerra. Credo proprio che per risollevarci ci vogliano gli inglesi... oppure..." "Oppure?" "Quello che nessun uomo ci potrà mai dare, tenente. Ci vorrebbe... un miracolo."
"Al Orens. E' vero che per alcuni... niente stà scritto che loro stessi non scrivano." "Non Al Orens. Solo Lawrence." "Al Orens è meglio." "E' vero."
"Mi stuzzicate come delle donne." "Siamo stati degli stupidi. Auda non verrà con noi ad Aqaba." "No." "Né per l'oro." "No." "Né per Feisal." "No." "Né per cacciare via i turchi. Ma ci verrà... perché questo è il suo piacere." "Tua madre si è accoppiata con uno scorpione."
"Lei ha agito senza ordini, lo sa?" "Non deve un ufficiale... far uso della sua iniziativa personale?" "Beh, è una cosa molto pericolosa, Lawrence." "Sì, lo so." "Se n'è accorto?" "Sì."
"Io ho degli ordini a cui obbedire, grazie a Dio. Non sono come quel disgraziato. Lui è a cavallo d'un ciclone." "E perché, noi no?"
"E poi abbiamo gli stessi interessi. Lei vuole uno che racconti la sua storia. E io ho bisogno di una storia da raccontare." "Adesso che non parla più arabo la capisco."
"E' grave la ferita?" "Non è una ferita. Non lo sa ancora? Per uccidere me, ci vuole una pallottola d'oro."
"Che cosa c'è che attrae lei personalmente, maggiore Lawrence, nel deserto?" "E' pulito."
"Gli vuoi bene?" "Io ho paura..." "E perché piangi?" "Se... se io, che gli voglio bene, lo temo... chissà come teme sé stesso, lui che si odia?"
Beh, non c'è altro da fare qui, per un guerriero. Ormai si tratta di amministrare. Lavoro da vecchi. I giovani combattono e per questo le virtù della guerra sono virtù di giovani. Il coraggio e la fiducia nel futuro. Poi vengono i vecchi e fanno la pace. E i vizi della pace sono i vizi di tutti i vecchi: la sfiducia e il sospetto. E dev'essere così.