PARIS BLUES

Come... componi pure? Ma è una cosa massacrante, accidenti, non è come suonare.

Che ti piglia anche a te... qualcuno s'è scordato del tuo compleanno?

A me piace passeggiare e Parigi è una città fatta apposta per questo.

Noi siamo come le piante... abbiamo delle radici.

La mia terra è la mia terra e la mia gente è la mia gente... ogni loro problema, nessuno escluso, è il mio problema.

Di solito è l'uomo che prende l'iniziativa... tu hai dato un calcio nel didietro alla tradizione.

Le sole note che conosco sono quelle della musica che non mi piace.

Si può dormire anche essendo svegli.

Quelli come noi fanno razza a parte.

Questa è la città degli innamorati senza complessi e senza inibizioni.

Credi che esista un solo luogo al mondo dove non ti rimproverino qualcosa... il colore, la fede, le idee?

Io non pretendo assolutamente che il nostro sia un paese esemplare, specie in materia di tolleranza razziale, ma molto cammino è stato fatto, perlomeno in questi ultimi cinque anni e molto ancora se ne farà. Non perché quelli come te vengono a Parigi. Ma perché gli altri restano a casa e insieme con milioni di bianchi cercano di assicurare a tutti un futuro di dignità e di uguaglianza.

La musica o te... tutto o niente.

"Non sono in vendita." "Non volevo comprarti."

"Ero convinto che non mi mancasse niente e invece mi mancavi tu." "Come tu a me." "Che coincidenza."

Ogni cosa bella sembra inverosimile.

"Non hai lasciato tracce... come la neve." "Scritto sull'acqua, insomma." "Sulla sabbia."

Non riuscirai a dimenticarmi. In qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento il ricordo di me ti accompagnerà. Conoscerai molte altre donne. Eppure nessun'altra, nessuna sarà capace di amarti come t'ho amato io... durante dodici giorni a Parigi d'autunno. Dodici dolci, amarissimi giorni.