Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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Il database contiene:
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HEAT - LA SFIDA
Anno: | 1995 |
Regia di: | Michael Mann |
Genere: | Poliziesco |
La città delle luci. Nelle Fiji ci sono delle alghe iridescenti che affiorano sull'acqua una volta l'anno. Mi dà la stessa impressione.
Sono un solitario ma non mi sento... solo.
Se vuoi fare il lavoro del rapinatore, non devi avere affetti. Non fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in trenta secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l'angolo.
Per me, il sole si alza e tramonta con lei.
"Sono un cittadino modello." "E io sono Paperino."
"Cosa fai?" "Cosa faccio? Sto parlando al telefono da solo." "Questa non l'ho capita." "Perché c'è un uomo morto dall'altra parte di questa linea del cazzo."
Quello che ti ho detto quando ci siamo messi insieme è che avresti dovuto dividermi con tutti i criminali comuni ed ogni reato commesso su questo merdoso pianeta.
Ti amo. Ti amo grasso, magro, pelato, con i capelli, ricco o povero, non mi interessa... ma devi anche essere presente.
Perché devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo... come devo essere.
Tu non vivi con me. Tu vivi in mezzo a spoglie di gente morta. Indaghi, passi i detriti al setaccio, ricerchi le tracce, le possibili cause del trapasso, l'odore della tua preda e poi la caccia comincia. E' questa l'unica cosa a cui ti dai anima e corpo. Il resto è solo confusione che lasci al tuo passaggio.
Ero una barca alla deriva che andava dall'altra parte... la parte sbagliata, poi all'improvviso è arrivata una come te.
E' gente cazzuta, questa.
Lui può riuscire o fallire... tu hai una sola possibilità.
"Ti occupi di scienza penitenziaria?" "Hai intenzione di tornarci? Sai, ne ho conosciuti alcuni che facevano qualche cazzata apposta per farsi ribeccare... e tu?" "Deve aver conosciuto proprio i più stupidi." "Ah, ne ho conosciuti tanti." "Mi ci vede a rapinare un negozio di liquori con scritto in fronte 'arrestatemi, sono un perdente'?" "No, in effetti no." "Bravo. Non tornerò mai in prigione." "Allora è meglio che tu cambi lavoro." "E' quello che mi riesce meglio. Organizzare colpi. A te quello che riesce meglio è cercare di fermare gente come me."
Una volta uno mi ha detto: non fare entrare nella tua vita niente da cui tu non possa sganciarti in trenta secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l'angolo.
"Io non saprei che altro fare." "Ah, io neanche." "E nemmeno vorrei fare altro." "E io neanche."
"Da un pò, la notte ho un sogno ricorrente. Sono seduto a una grande tavola imbandita insieme a tutte le vittime di tutti gli omicidi su cui ho indagato, sedute a tavola anche loro, e fissano tutte me. Con quelle orbite nere vuote. Molte di loro, in testa, hanno un foro di proiettile da cui cola sangue. Altri sembrano palloni per quanto si sono gonfiati. Perché li ho trovati solo due settimane dopo che erano stati ammazzati. I vicini avevano sporto denuncia per la puzza. Insomma stanno tutti lì, seduti... composti." "E che ti dicono?" "Niente." "Non parlano?" "No, forse perché non hanno niente da dire. Stiamo seduti e ci guardiamo. Loro guardano me... e nient'altro. E' questo il sogno." "Io invece sogno di affogare. Allora devo svegliarmi e mettermi a respirare o morirei nel sonno." "Uhm, conosci il significato?" "Sì... avere ancora tempo." "Ancora tempo? Per poter fare quello che vuoi?" "Sì, esatto."
Quando piove... ti bagni.
Dico quello che penso... e faccio quello che dico.
Non so nemmeno più quello che faccio. La vita è breve. Ogni momento è regalato.
Io penso soltanto... a quelli a cui dò la caccia.