IL CICLONE

Il ciclone, quando arriva, non è che t'avverte... passa, piglia e porta via. E a te, non ti rimane altro che restare lì buono buono a capire che forse, se non fosse passato, sarebbe stato parecchio ma parecchio peggio.

"Quanto c'avevo io a matematica?" "Nove." "E te?" "Quattro." "Quanto c'avevi te in italiano?" "Nove." "E io?" "Quattro." "Te continua a scrivere le lettere d'amore e io ti tengo l'amministrazione."

La vita per me è sempre stata un'equazione... X sta a Y come io sto a me.

In un paese, si fa presto a diventare dei personaggi.

Maremma scorporata.

"Quando la natura chiama..." "Che bisogna fare?" "L'omo risponde."

La vita di paese è fatta così. Non ci son segreti. Le notizie volano come i coriandoli. Si sa tutto di tutti. E comunque il giorno dopo è finito il carnevale e non gliene frega più nulla a nessuno.

Maremma parabolica.

L'amore è come la luna, se non cresce... cala.

Quando a una donna gli parli di sesso, lei abbassa lo sguardo... per vedere se l'è vero.

La vera vergogna è provare vergogna.

Guarda, fava, che non basta metter la s per parlar spagnolo.

Voglio morire. Se stanotte non ne trombo neanche una su cinque, voglio morire. E siccome so già che non ne tromberò neanche una, tappami Levante.

Che ce l'hai il gratta e vinci te?

Emergenza passera.

Ci sono dei momenti nella vita in cui uno vorrebbe dire talmente tante cose che forse il modo per dirle tutte è stare zitto.

"Buongiorno." "Buongiorno una sega."

Da che mondo è mondo, le donne più vulnerabili sono quelle che vanno consolate.

"Ma te chi sei?" "Come chi sono? Levante Quarini. Milite esente, ragioniere da sessanta sessantesimi, macchina propria, un ex fidanzata che m'ha lasciato perché diceva che non ero speciale e una passione, vera, carnale, potente... per il flamenco."

Fu un bacio vero, profondo, carnale, insomma... con la lingua.

"Gino! Domani vò in Spagna." "Olé!"