INTERVISTA COL VAMPIRO

"E' qui che abita?" "No, è solo una stanza."

"Allora, che cosa fa?" "Sono un vampiro." "Questa non l'avevo ancora sentita. Lei... vuol dire in senso letterale, eh?" "Naturalmente."

Non desideravo nient'altro che la morte. Adesso lo so che cosa cercavo. La liberazione dal dolore di vivere.

"Tu mi hai condannato all'inferno." "Non conosco inferno."

Perdonami se ho ancora del rispetto per la vita.

Nel vecchio mondo, Louis, lo chiamano il dono oscuro.

Il male è un punto di vista. Dio uccide indiscriminatamente. E così faremo noi. Perché nessuna creatura di Dio è come noi. Nessuna è simile a lui quanto noi.

"Questa ributtante umanità moderna. Ah, cosa non darei per una sola goccia del buon vecchio sangue creolo di una volta." "Perché? Gli yankees non ti piacciono?" "Il loro sapore democratico non va bene per il mio palato."

"Allora, non ci sono vampiri in Transylvania, neanche il Conte Dracula." "Invenzioni, amico mio, volgari invenzioni di un pazzo irlandese."

"Vampiri che fingono di essere umani che fingono di essere vampiri." "E' davvero avant-garde."

"Tutti moriamo." "Ma io sono giovane." "La morte non ha alcun rispetto per l'età. Può venire in ogni momento, in ogni posto."

Esiste un solo delitto fra noi vampiri. E' il delitto che significa morte per qualunque vampiro. Uccidere uno della nostra razza.

Un vampiro con l'anima di un uomo. Un immortale con le passioni dei mortali. Tu... sei... bellissimo, amico mio.

"E così un vampiro può piangere?" "Una volta... forse due in tutta l'eternità."

Sono uno spirito dotato di un corpo soprannaturale... distaccato... immutabile... vuoto.

Non aver paura. Voglio darti quella scelta che a me non fu data.

"Avete le risposte?" "E voi avete le domande?" "Che cosa siamo?" "Niente. Nient'altro che vampiri."