Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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I RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE

Anno: 1978
Regia di: Franklin J. Schaffner
Genere: Spionaggio
Il Quarto Reich è vicino.
Senza aiuto, senza soldi, senza tempo.
Il mio onore si chiama lealtà... queste parole dovrebbero essere scolpite nella sua anima.
Trent'anni... il mondo ha dimenticato tutto, ormai a chi interessa?
E se i figli dei vostri figli ariani dovranno vivere in un mondo dominato dagli ebrei e dai negri, dai gialli e dagli hippies, a voi non interessa nient'altro!
Heil Hitler!
"Questo Mengele era uno studioso di genetica diciamo un pò primitivo. Non è vero? Ho sentito dire che ha fatto esperimenti sugli esseri umani." "Su gemelli." "Allora non era niente di più di un sadico, in fondo." "Un sadico con tanto di laurea e libera docenza." "Beh, certa gente direbbe che questa è la definizione perfetta dello scienziato."
"E' impossibile, ovviamente." "Mi scusi, dottore, ma che cosa è impossibile... che cosa è impossibile, dottore?" "La riproduzione mononucleare." "Dottore..." "La clonazione."
Non si tratta di Mozart, dottore. Non di Picasso. Non di un genio che arricchirebbe il mondo. Ma di un ragazzo malinconico, con un padre autoritario, un funzionario della dogana che aveva 52 anni quando lui è nato. E una madre affettuosa che lo amava troppo e che aveva 29 anni. Il padre è morto a 65 anni, quando il bambino ne aveva quasi 14. Adolf Hitler.
Eravamo in una disposizione d'animo biblica il 23 marzo del 1943 nel bunker di Berghof. Lui non aveva voluto mettere al mondo dei figli perché sapeva che nessun figlio avrebbe potuto realizzarsi all'ombra di un padre così simile a Dio. Ma poi gli venne detto che era teoricamente possibile che io avrei potuto creare, un giorno, non suo figlio e neanche una sua riproduzione esatta, ma un altro originale. Lui rimase entusiasta di questa idea. Il giusto Hitler per il giusto futuro.
Tu sei il duplicato vivente del più grande uomo della storia.