Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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LA GRANDE BELLEZZA

Anno: 2013
Regia di: Paolo Sorrentino
Genere: Drammatico
Il vecchio è meglio del nuovo.
"Perché non parla mai?" "Perché lui ascolta."
I migliori abitanti di Roma? Sono i turisti.
"Io non sono misogino... sono misantropo." "Bravo, quando si odia bisogna essere massimamente ambiziosi."
A luce intermittente, l'amore si è seduto nell'angolo. Schivo e distratto, esso è stato. Per questa ragione, non abbiamo più tollerato la vita.
"Ma tu che lavoro fai?" "Io? Io sono ricca." "Bellissimo lavoro."
La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni... è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.
Quando sono arrivato a Roma, a ventisei anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che si potrebbe definire il vortice della mondanità. Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. E ci sono riuscito. Io non volevo solo partecipare alle feste... volevo avere il potere di farle fallire.
Io per lavoro scrivo. Mi creda. Quando si scrive, si dà corpo a fantasie, immaginazione, bugie.
Alla mia età, una bella donna non è abbastanza.
"Madame Ardant... mi perdoni." "La perdono." "Posso permettermi di dirle una cosa un pò sfacciata?" "Sono le cose migliori." "Quando la vidi ne 'La signora della porta accanto' mi innamorai di lei." "Posso dire un'altra cosa sfacciata?" "Naturalmente." "Avrei voluto davvero essere la signora della porta accanto." "Perché?" "Per morire d'amore."
"Abbiate rispetto della vostra curiosità. Assecondatela. Molti la frenano." "Perché la frenano?" "Perché? Sono pigri, moralisti, indolenti... sono scettici, oddio, anche ignoranti."
"Il cinema è una possibilità di sopravvivenza di fronte alla delusione che ci offre tutti i giorni la realtà. Per la verità è... è il tempo che determinando la realtà la rende deludente. Ma la realtà se scomposta, frantumata, ripensata, rielaborata può diventare un grande spettacolo." "La vita vera, secondo lei, non lo offre mai... questo grande spettacolo?" "Solo in una circostanza... la realtà rivaleggia con il cinema." "Quando?" "Quando irrompe... l'amore."
Sono un gentiluomo... è l'unica certezza che ho.
"Io conosco tutti." "E' una bella soddisfazione conoscere tanta gente eh?" "E' una garanzia d'infelicità." "La gente t'ha deluso?" "Io sono stato deludente."
Molti pensano che un funerale sia un evento casuale, privo di regole. Non è così. Il funerale è l'appuntamento mondano par excellence. A un funerale, non bisogna mai dimenticarlo... si va in scena.
Con pazienza, si attende che i parenti si liberino dalla calca e una volta accertatisi che tutta la platea si sia seduta, solo a quel punto, si possono fare le condoglianze. In questa maniera, tutti ti possono vedere. Si prendono le mani del sofferente, si appoggiano le proprie sulle sue braccia, si sussurra qualcosa all'orecchio, una frase sicura detta con autorevolezza, per esempio: nei prossimi giorni, quando ci sarà il vuoto, sappi che puoi contare sempre su di me.
E' permesso raccogliersi in un angolo da soli, come a meditare sul proprio dolore. A questo punto, però, è richiesta un'ulteriore abilità... il luogo scelto dev'essere allo steso tempo isolato ma ben visibile al pubblico. Inoltre, una buona recita è tale quando è scevra da qualsiasi ridondanza. Dunque è regola fondamentale, ad un funerale non bisogna mai piangere... perché non bisogna rubare la scena al dolore dei parenti. Questo non è consentito. Perché è immorale.
"Questo paese ha bisogno di scrittori." "Veramente, pensavo avesse più bisogno di preti." "Anche, anche... e le due cose non sono dissimili. Entrambe richiedono una vocazione."
Un amico, ogni tanto, ha il dovere di far sentire l'altro amico come quand'era bambino.
"Perché non ha mai più scritto un libro?" "Cercavo la grande bellezza, ma... non l'ho trovata."
Finisce sempre così... con la morte. Prima però c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti, incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla bla bla bla. Altrove c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque... che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.