Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO

Anno: 1998
Regia di: Giuseppe Tornatore
Genere: Drammatico
Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla.
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa e la vedeva. E' una cosa difficile da capire. Voglio dire, ci stavamo in più di mille su quella nave tra ricconi in viaggio e emigranti e gente strana e noi eppure c'era sempre uno, uno solo che per primo la vedeva. Magari era lì che stava semplicemente mangiando o passeggiando sul ponte, magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni. Alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare e la vedeva. Allora si inchiodava, lì, dov'era. Gli partiva il cuore a mille e sempre tutte le maledette volte, giuro, sempre... si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti e gridava: America!
Quello che per primo vede l'America su ogni nave ce n'è uno. E non bisogna pensare che sia il caso o una questione di diottrie. E' il destino. Quella è gente che da sempre c'aveva già quell'istante stampato nella vita E quando erano bambini tu potevi guardarli negli occhi e se guardavi bene già la vedevi... l'America.
E' una musica senza nome.
Buona idea per uno stupido negro. L'ho trovato nel primo mese del primo anno di questo nuovo fottutissimo secolo. Allora lo chiamerò Novecento.
"Novecento, tutto questo è assolutamente contrario al regolamento." "In culo il regolamento."
Quando non sai cos'è... allora è jazz.
Mi sa che voi sulla terra sprechiate il vostro tempo a porvi troppi perché.
E in culo anche il jazz.
E' un segreto... e i segreti non si svelano.
"Nonno, non te lo sei mai chiesto perché cadono i quadri?" "No, veramente." "A me m'ha sempre colpito tutta questa faccenda dei quadri." "Ma che cazzo c'entra il quadro?" "C'entra... perché a Novecento quella famosa notte andò come va per i quadri. Stanno su per anni e poi senza che accada nulla ma nulla dico FRAM! Giù cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, però loro a un certo punto FRAM! Cadono lo stesso. Nel più assoluto silenzio, con tutto immobile intorno. Non una mosca che vola e loro FRAM! Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. FRAM! Cos'è che succede ad un chiodo per farlo decidere che proprio non ne può più? C'ha un'anima anche lui, poveretto? Prende delle decisioni?" "Sediamoci." "Ne ha discusso a lungo con il quadro? Il chiodo? Erano incerti sul da farsi? Ne parlavano tutte le sere da anni e poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante preciso? O lo sapevano già dall'inizio i due era già tutto combinato? Guarda, io mollo tutto fra sette anni. Per me va bene. Allora, intesi per il 13 maggio? Okay. A mezzogiorno. Facciamo mezzogiorno e tre quarti. D'accordo. Allora, buonanotte. Sette anni dopo, il 13 maggio a mezzogiorno e tre quarti FRAM! E' impossibile da capire. E' una di quelle cose che è meglio che non ci pensi se no esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino e scopri che non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando una sera in mezzo all'oceano Novecento alzò lo sguardo dal piatto, mi guardò negli occhi e... 'domani a New York scenderò da questa nave' FRAM!"
Qualche volta nella vita succede sai di dover ricominciare ancora da zero.
Non è quello che vidi che mi fermò, Max... è quello che non vidi.
In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine. C'era tutto. Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo. Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro, tu sei infinito. E dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai e questa è la verità che non finiscono mai... quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Sei seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche soltanto le strade ce n'erano a migliaia. Ma dimmelo, come fate voialtri laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare... un modo di morire. Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, quanto ce n'è. Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla quella enormità? Solo a pensarla... a viverla.
La terra è una nave troppo grande per me. E' una donna troppo bella. E' un viaggio troppo lungo. E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare.
Prima o poi le storie finiscono e non c'è altro da aggiungere.
In culo i soldi... una buona storia vale più di una vecchia tromba.