Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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L'IDOLO DELLE FOLLE
Anno: | 1942 |
Regia di: | Sam Wood |
Genere: | Drammatico |
Un atleta è grande in tutto.
Non è per questo che siamo venuti in America. Un paese così, un paese dove ognuno ha le medesime possibilità. E' per questo che hai studiato tutti quegli anni all'università, per finire a giocare a baseball?
Ognuno deve vivere la sua vita, nessuno può viverla per lui.
Cos'hai... i piedi dolci?
"Quel Gehrig è proprio lo zimbello della squadra... e lui nemmeno se ne accorge." "Non ne sarei così sicuro." "No? Che conosce della vita quel bamboccio, uh?" "Il baseball." "No, neanche quello. Anzi, ti dirò... un tonto del genere è un pericolo per qualsiasi sport. E' un fesso che sa soltanto battere. Si sveglia, si pulisce i denti, corre al campo di baseball, prende un pò di palle, torna di corsa nel suo albergo, legge un pò di fumetti e poi si addormenta. E questa è personalità?" "E' un campione." "Di imbecillità." "Non hai capito niente. Conosco molti campioni e questo è il più forte di tutti." "Storie." "Non dà mai luogo a scandali, non fa mai parlare di sé, non corre mai a mettersi in mostra." "Non vive." "Fa il suo lavoro e non si occupa mai d'altro, vive per il suo lavoro e lavorando si diverte e fa divertire cinquanta milioni di persone. Perché fa vedere cose che nessuno è mai riuscito a fare."
Per chi suona la campana, signori?
Niente è impossibile, basta volerlo con tutte le forze.
Una squadra di baseball non può avere due capitani e la stessa regola vale anche per una casa.
Il mondo del baseball è così diverso. Non ha nulla in comune con tutto il resto. Ci si vive in primavera e in estate. E d'inverno se ne parla soltanto. E' come un luogo di villeggiatura.
La vita privata non si tocca.
"Lou... perché non vuoi che Sam parli della tua vita privata?" "Perché io... perché la considero sacra, una cosa nostra."
L'impegno non è mai troppo.
Lo spirito combattivo serve sul campo.
Quello è un uomo che non finisce mai.
Gehrig non è morto. E' un uomo di ferro. Dategli tempo.
Ha giocato duemila e centotrenta partite... in quattordici anni.
L'unica cosa che ho imparato è che nessun discorso al mondo può cambiare le decisioni dell'arbitro.
Sessanta duemila persone affollano lo stadio per rendere omaggio all'uomo che per ben sedici anni ha dato la vita a questo sport. Mai nella storia del baseball c'è stata una dimostrazione più spontanea di affetto generale per un campione. Forse, per ognuno di noi egli rappresenta un modello di uomo che vorremmo emulare. Ma comunque sia egli non sarà mai dimenticato, come non saranno dimenticate le sue imprese. Duemila cento trenta partite consecutive su un periodo di sedici anni e ognuno di noi è qui oggi proprio per mostrare a Lou Gehrig ciò che ha nel cuore... affetto e ammirazione per l'orgoglio degli yankees.
Io ho praticamente vissuto in questi campi per oltre sedici anni. E il vostro entusiasmo mi ha sempre dato il coraggio che mi serviva per fare il mio dovere. Ho avuto il grande onore di stare a fianco di questi grandi maestri di baseball qui presenti. I Murderers' row... la squadra campione del 1927. E ho avuto ancora l'onore di vivere e combattere con il gruppo che si trova qui alla mia destra. I Bronx Bombers... gli attuali yankees. Ho ricevuto fama, onori e gloria superiori ai miei meriti da redattori e cronisti della stampa sportiva. Li ringrazio tutti insieme. Ho lavorato con i due più grandi manager di tutti i tempi... Miller Huggins e Joe McCarthy. Ho avuto una madre e un padre che hanno lottato per farmi crescere sano di corpo e di mente e per darmi una sana educazione morale. E ho una moglie, una vera compagna della vita che ha avuto più comprensione e coraggio di quanto potessi mai sperare. Forse qualcuno mi compiange in questo momento, ma oggi... proprio oggi... io considero la mia vita... la più fortunata che un uomo possa avere.