OLIVER'S STORY

"Lei non è lì dentro, Oliver. E' in qualche altro posto." "Vorrei poterlo credere."

Tu devi ritornare a vivere, ragazzo.

Tutti i rapporti sono complicati... in un modo o nell'altro non sono mai facili.

"Senti, dobbiamo correre mentre parliamo?" "Ah, perché... dobbiamo parlare mentre corriamo?"

"Non dimenticarti di portare le palle." "Per farci cosa?" "Per fartele mangiare." "Ehi, guarda che sono un tipo che le palle può farle mangiare agli altri."

Lei era l'altra metà di me... e ora quella metà non c'è più con me... e mi manca.

Io sono dedita al vizio come tu lo sei al sacrificio.

E' così che si sa se ti fa bene quando ti fa male?

C'era una volta un uomo storto che percorse un miglio storto. Trovò una moneta storta accanto a una staccionata storta. Comprò un gatto storto che prese un topo storto. E vissero tutti insieme in una piccola casa storta.

"Anch'io ho passato la stessa fase una volta." "Quale fase?" "Quella di recitare la parte del finto povero." "Che vuol dire?" "Sarebbe che alla fine devi per forza venire a patti con quello che sei. Tu e io siamo dei privilegiati. E lo saremo sempre... non te lo puoi dimenticare e sentirsi in colpa per questo non cambia niente."

"Io non ho bisogno di nessuno." "Sì, hai ragione, Oliver. Solo i vivi hanno bisogno degli altri."

Niente succede per magia, Oliver, ma rendersi conto di un problema significa cominciare a risolverlo.

Soltanto i vivi hanno bisogno degli altri. Soltanto i vivi possono continuare a vivere. Una parte di me cercava di morire perché pensavo di doverlo a Jenny. Ma io le devo qualcos'altro. Qualcosa molto più difficile da dare. Una nuova vita. Un altro tentativo. Una libertà nuova.