Ultimo aggiornamento:
07/01/2025
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PLATOON

Anno: 1986
Regia di: Oliver Stone
Genere: Guerra
Benvenuti in Vietnam.
C'è stato qualcuno che ha scritto: l'inferno è l'impossibilità della ragione.
Ho paura perché non mi dice nessuno come devo fare le cose perché sono nuovo e a nessuno interessano quelli nuovi. Non vogliono neanche sapere il tuo nome. La regola è che un nuovo arrivato non vale granché perché è poco che sta sotto le armi. E dicono che se si deve venire uccisi in Vietnam, è meglio che succeda nelle prime settimane perché secondo la logica si soffre molto meno.
Penso di aver fatto un grosso sbaglio a venire qui.
Mamma è papà non volevano che venissi qui. Volevano che fossi esattamente come loro... rispettabile, lavoratore infaticabile, una piccola casa, una famiglia. Mi facevano impazzire, nonna, con quel loro mondo. Tu la conosci, mamma. Credo che mi abbiano sempre tenuto nell'ovatta, come se fossi speciale. Io voglio essere anonimo come chiunque altro. Fare la mia parte per il mio paese. Non fare meno di quanto il nonno fece nella prima guerra mondiale e papà nella seconda. Beh, eccomi qui, anonimo, questo è sicuro. Con dei tizi di cui non importa niente a nessuno. La maggior parte di loro è di origine povera, dei ceti più bassi, di paeselli che non hai mai sentito nominare. Pulaski, Tennessee. Brandon, Mississippi. Pork Bend, Utah. Wampum, Pennsylvania. Al massimo due anni alle medie. Forse con un pò di fortuna hanno anche un lavoro che li aspetta in una fabbrica. Ma molti di loro non hanno niente. Sono poveri. Nessuno li vuole. Eppure combattono per la nostra società e la nostra libertà. E' strano, non trovi? Sono uomini che stanno in fondo al pozzo e lo sanno. Forse è per questo che tra di loro si chiamano rognosi. Perché un rognoso può sopportare qualunque cosa. Sono i migliori che abbia mai conosciuto, nonna. Loro sono il cuore e l'anima dell'America.
"Come cazzo ci sei capitato tu qui? Hai un'aria istruita." "Sono volontario." "Tu sei cosa?" "Sono volontario. Ho mollato il college e gli ho detto che volevo fanteria, combattimento e Vietnam." "E ti sei arruolato volontario per questa merda?" "Roba da matti, eh?" "Sei stato stronzo, ragazzo. Mollare il college." "Non aveva molto senso. Non imparavo niente. Mi sono detto, perché solo i ragazzi poveri vanno in guerra e quelli ricchi se la svignano sempre?" "Ah, ho capito, signori... abbiamo un crociato." "Sembra proprio così." "Cacchio, uno deve essere proprio ricco per ragionare così. Lo sanno tutti che i poveri sono sempre stati fottuti dai ricchi. E' sempre stato così e sempre sarà."
"Quello che è successo oggi è solo il principio. Questa guerra la perdiamo." "Andiamo... lo credi sul serio, noi?" "L'America le ha suonate a tanta di quella gente che secondo me è arrivato il momento che ce le suonino a noi, tutto qui."
Un giorno dopo l'altro tento non solo di conservare la mia forza ma anche il mio equilibrio mentale. E' tutto annebbiato. Non ho l'energia per scrivere. Non so più quello che è giusto e quello che è sbagliato. Il morale degli uomini è basso. C'è una guerra civile all'interno del plotone. Metà degli uomini è con Elias e metà con Barnes. Fra noi circola il sospetto e l'odio. Non riesco a credere che combattiamo fra di noi quando dovremmo combattere contro i Viet Cong. Conto i giorni e vedo solo a venti centimetri dalla mia faccia. Non c'è molto altro da dire.
Morte... ma che ne sapete voi della morte?
Da qualche parte laggiù ci sono le belve... e stasera hanno fame.
"T'è mai capitato di fare uno sbaglio da cui non riesci a liberarti, King?" "Ci si può liberare da qualunque cosa. Tu tieni le munizioni pronte e il cazzo dritto. E il destino cambierà."
Mi trovo bene qui. Fai quello che cazzo ti pare. Nessuno ti rompe le palle. Morire è l'unica preoccupazione che hai. E se dovesse succedere... tanto non te ne accorgi, per cui che ti frega?
Io ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico... abbiamo combattuto contro noi stessi. E il nemico era dentro di noi. Per me adesso la guerra è finita, ma sino alla fine dei miei giorni resterà sempre con me. Come sono sicuro che ci resterà Elias, che si è battuto contro Barnes per quello che Rhah ha chiamato: il possesso della mia anima. Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri. Ma sia quel che sia... quelli che tra noi l'hanno scampata, hanno l'obbligo di ricominciare a costruire. Insegnare agli altri ciò che sappiamo e tentare con quel che rimane delle nostre vite di cercare la bontà e un significato in questa esistenza.